Covid19:La nota di Confindustria sul rischio quarantena nei luoghi di lavoro
La nota di Confindustria sul rischio quarantena prende spunto dal DPCM del 3 novembre 2020 e alla connessa Ordinanza del Ministero della Salute del 4 novembre 2020 per offrire un ulteriore percorso di sicurezza volto a mitigare il rischio quarantena nei luoghi di lavoro.
L’aggravamento della situazione epidemiologica ha portato a un incremento significativo del numero dei nuovi positivi, pertanto l’impresa soggiace al rischio che pur avendo rispettato le disposizioni in vigore (es. il distanziamento di almeno un metro, l’uso della mascherina, l’igienizzazione delle mani), un lavoratore risulti contagiato e, di conseguenza, l’Autorità sanitaria possa disporre la quarantena per i colleghi di lavoro, con conseguente blocco, totale o parziale, della produzione. Il peggioramento della situazione pandemica inoltre rende sempre più difficile il sistema del contact tracing, spesso totalmente assente. Pertanto, i contatti stretti il più delle volte non sono a conoscenza di essere stati a contatto con casi Covid positivi e continuano le loro attività quotidiane, incluso andare al lavoro.
Ricordiamo che, secondo il Rapporto n. 53/2020 dell’ISS, per contatto stretto si intende:
- una persona che vive nella stessa casa di un caso di COVID-19
- una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID-19 (es. la stretta di mano)
- una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso di COVID-19 (es. toccare a mani nude fazzoletti di carta usati)
- una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di durata maggiore a 15 minuti
- una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (es. aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso di COVID-19, in assenza di DPI idonei
- un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso di COVID19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso di COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei
- una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.
Il rispetto della legge ( dei DPCM e dei vari Protocolli) è finalizzato a garantire distanze che sono ritenute adeguate alle esigenze lavorative, mentre il concetto di “contatto stretto” è maggiormente cautelativo in quanto finalizzato a riscontrare il maggior numero di soggetti coinvolti, soprattutto se asintomatici.
Per un’azienda la quarantena è un rischio da prendere seriamente in considerazione e, nel caso, da mitigare con misure cautelative dirette a precludere il concreto verificarsi di contatti stretti.
Tra le misure finalizzate a prevenire possibili provvedimenti di quarantena, dunque, si potrebbe pensare, ad esempio:
- laddove possibile, regolare l’organizzazione aziendale, per la parte del lavoro in presenza, in modo da prevenire il contatto stretto (e non solamente il rispetto del metro di distanza).
In questo senso, si potrebbe pensare di:
- ampliare a 2 metri il distanziamento tra le persone/postazioni di lavoro ovvero (o in aggiunta) organizzare la disposizione dei posti di lavoro evitando il contatto “faccia a faccia”
- disporre l’uso permanente della mascherina chirurgica anche nei luoghi di lavoro (es. open spaces) che non sono spazi comuni
- per le ipotesi maggiormente a rischio (contatti continuativi ravvicinati) prevedere l’uso dei DPI (mascherine FFP2).
Queste misure si aggiungono a quelle consuete (evitare contatti fisici o contatti diretti non protetti con le secrezioni di un caso COVID19) e a quelle più generali (igiene personale delle mani, degli ambienti e delle attrezzature, areazione dei locali).
Con il rispetto di queste misure, si riduce la potenzialità che si verifichino “contatti stretti” e, ancor prima, si riduce notevolmente la possibilità di diffusione del contagio.