08 Mar - 2021

Durante la pandemia da Covid19 e il conseguente dilagare dello smart working come strumento privilegiato per il lavoro in modalità remota, le differenze di genere sembrano aumentate. Rispetto al telelavoro occasionale effettuato in circostanze normali, il telelavoro durante la pandemia di COVID-19 è molto più impegnativo perché ha un carattere obbligatorio e si svolge a tempo pieno.

In questo contesto storico le donne sembrano pagare il prezzo più elevato perché se da una parte il telelavoro consente di prestare la propria attività da casa, dall’altra spesso non esiste un confine tra lavoro e vita privata.

Per aiutare le lavoratrici a mantenere un equilibrio tra lavoro e vita privata è necessario adottare un approccio di gestione del telelavoro basato sui risultati piuttosto che sul numero di ore di lavoro o su specifici orari lavorativi. Mantenendo un carico di lavoro accettabile e stabilendo aspettative chiare e realistiche sui risultati da raggiungere, le lavoratrici possono organizzare meglio il proprio tempo e le proprie mansioni, trovando un equilibrio tra gli obblighi lavorativi e la vita personale, che includono anche le responsabilità familiari.

La crisi del COVID-19 ha infranto l’idea secondo cui il lavoro e la vita privata sono due ambiti del tutto separati, così come il mito secondo cui i lavoratori possono e devono essere sempre disponibili a lavorare. Alcuni studi hanno dimostrato che il telelavoro aumenta l’intensità del lavoro e il conflitto tra lavoro e vita privata, che influisce negativamente sul benessere e sul livello di stress delle lavoratrici.

Per le lavoratrici con bambini è particolarmente difficile conciliare la chiusura delle scuole e di altre strutture per l’infanzia con il telelavoro prolungato a tempo pieno. In un recente sondaggio, oltre una persona su cinque (22 per cento) che vive con bambini piccoli (sotto i 12 anni) ha riferito di avere difficoltà a concentrarsi sul proprio lavoro per tutto o per la maggior parte del tempo, rispetto a solo il 5 per cento delle famiglie senza figli e il 7 per cento con bambini tra i 12 e i 17 anni (Eurofound, 2020b). In particolare, i genitori single e i genitori di bambini con disabilità o con difficoltà di apprendimento considerano la situazione molto stressante.

 Ma come possono le lavoratrici disconnettersi del tutto dal lavoro quando i confini tra lavoro e vita privata sono così confusi? Le imprese possono adottare diverse misure per contribuire al raggiungimento di un equilibrio tra lavoro e vita privata, tra cui:

► Promuovere la separazione tra lavoro e vita privata stabilendo chiare aspettative sui risultati lavorativi e, allo stesso tempo, offrendo alle lavoratrici la flessibilità di gestire l’orario di lavoro in base alle proprie esigenze individuali.

► Garantire alle lavoratrici la libertà di disconnettersi dal lavoro in determinati orari riservati al riposo e alla vita personale senza ripercussioni negative sulle loro prestazioni lavorative.

► Incoraggiare la comunicazione aperta e la cooperazione tra le lavoratrici e i dirigenti in merito alla programmazione, alla disponibilità e alla separazione tra lavoro e vita privata all’interno dei team.

► Supportare le lavoratrici che si occupano dei bambini piccoli o di altri membri della famiglia, per i quali potrebbe essere difficile portare a termine il lavoro e soddisfare le aspettative dei datori di lavoro. Queste lavoratrici dovrebbero beneficiare di un supporto mirato, come i programmi speciali di congedo parentale, attuati in diversi paesi.

Lavorare da casa può anche aiutare le lavoratrici a conciliare vita professionale e vita privata. Un importante studio ha infatti rilevato che le telelavoratrici hanno riportato risultati leggermente migliori rispetto ai loro omologhi uomini (Eurofound e OIL, 2017). L’impatto del telelavoro sulla conciliazione del lavoro e della vita privata dei lavoratori e delle lavoratrici dipende da molti fattori, tra cui il quadro giuridico e normativo, la divisione del lavoro in base al genere, la cultura organizzativa, nonché le politiche e le pratiche adottate dal loro datore di lavoro. Le disuguaglianze e le sfide sociali ed economiche delle donne sono aggravate dall’attuale crisi, che richiede alle imprese e alle altre organizzazioni di adottare una prospettiva di genere nella loro risposta al COVID-19 (UN Women, 2020).


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