Il datore di lavoro dovrà organizzare i posti di lavoro in modo da assicurare condizioni di salute e sicurezza, evitando, ove possibile, movimenti ripetuti e provvedendo, dove possibile, all’automatizzazione dei compiti più gravosi dal punto di vista della postura, della frequenza, della richiesta di forza, della durata e della presenza di fattori complementari di rischio. Qualora l’automazione dei compiti non fosse attuabile, sarà opportuno riprogettare ergonomicamente i compiti sulla base di quanto emerso dalla valutazione del rischio specifico migliorando la postura, l’organizzazione del lavoro, tempistica dell’attività, caratteristiche dei compiti, applicazione di forza, capacità individuali. Ulteriori rischi sono legati alla presenza di ostacoli situati tra il lavoratore e il punto in cui viene svolta l’attività manuale e all’esiguità degli spazi a disposizione: questi fattori condizionano la postura o determinano l’impossibilità di cambiarla. La postazione di lavorodeve essere sufficientemente ampia e priva di ostacoli, al fine di ovviare a tali problemi. I banchi di lavoro, le sedie e gli arredi devono essere regolabili dal lavoratore secondo le proprie esigenze.
Affaticamento e fenomeni microtraumatici possono insorgere anche a causa di condizioni microclimatiche non ottimali. Basse temperature possono ostacolare la manipolazione degli oggetti, il freddo può inoltre comportare strappi. Anche una temperatura troppo alta e condizioni di eccessiva umidità possono determinare un rapido affaticamento. L’ambiente di lavoro deve inoltre essere sufficientemente luminoso. Condizioni di scarsa visibilità possono condurre all’assunzione di posture incongrue da parte del lavoratore.
Qualora non sia possibile ridurre la frequenza delle azioni, devono essere introdotti adeguati periodi di pausa o di adibizione ad attività che non richiedano significativa attività manuale, per consentire il recupero dello sforzo compiuto.
La postura adottata è spesso dettata dalla forma dell’oggetto. È quindi opportuno adottare strumenti disegnati secondo criteri ergonomici, che ne consentano un impiego agevole senza dover applicare forza.
Il datore di lavoro dovrà formare e informare i lavoratori sui rischi relativi ai movimenti ripetitivi, dovrà fornire ai lavoratori corretto addestramento allo svolgimento della mansione in merito alle corrette manovre e procedure da adottare nei movimenti ripetitivi, dovrà sottoporre i lavoratori a sorveglianza sanitaria in base ai risultati ottenuti dalla valutazione dei rischi.
Malattie |
Lavorazioni |
Periodo massimo di indennizzabilità dalla cessazione della lavorazione |
Tabella delle malattie professionali nell'industria |
78) Malattie da sovraccarico biomeccanico dell'arto superiore |
a) tendinite del sovraspinoso (M75.1) |
Lavorazioni, svolte in modo non occasionale, che comportano a carico della spalla movimenti ripetuti, mantenimento prolungato di posture incongrue |
2 anni |
b) tendinite del capolungo bicipite (M75.2) |
2 anni |
c) tendinite calcifica (morbo di duplay) (M75.3) |
4 anni |
d) borsite (M75.5) |
2 anni |
e) epicondilite (M77.0) |
Lavorazioni, svolte in modo non occasionale, che comportano movimenti ripetuti dell'avambraccio, e/o azioni di presa della mano con uso di forza. |
2 anni |
f) epitrocleite (M77.1) |
2 anni |
g) borsite olecranica |
Lavorazioni svolte, in modo non occasionale, che comportano un appoggio prolungato sulla faccia posteriore del gomito. |
2 anni |
h) tendiniti e peritendiniti flessori/estensori (polso-dita) |
Lavorazioni svolte, in modo non occasionale, che comportano movimenti ripetuti e/o azioni di presa e/o posture incongrue della mano e delle singole dita. |
1 anno |
i) sindrome di de quervain |
1 anno |
l) sindrome del tunnel carpale; altre |
Lavorazioni svolte, in modo non occasionale, che comportano movimenti ripetuti o prolungati del polso o di prensione della mano, mantenimento di posture incongrue, compressione prolungata o impatti ripetuti sulla regione del carpo. |
2 anni |
Tabella delle malattie professionali in agricoltura |
23) Malattie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori |
a) tendinite della spalla, del gomito, del polso, della mano (M75) |
Lavorazioni, svolte in modo non occasionale, che comportano movimenti ripetuti, mantenimento prolungato di posture incongrue e impegno di forza |
1 anno |
b) sindrome del tunnel carpale (G56.0) |
2 anni |
c) altre malattie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori |
1 anno |