Primo Pacchetto Omnibus: Riduzione del bacino di aziende interessate alla rendicontazione CSRD
ll Pacchetto contiene una revisione degli obblighi connessi alla CSRD, alla CSDDD e alla Tassonomia UE.
La Commissione Europea presenta il primo Pacchetto Omnibus: semplificazione delle normative sulla sostenibilità
Il 26 febbraio 2025, la Commissione Europea ha ufficialmente introdotto il primo dei tre Pacchetti Omnibus previsti per quest'anno. L’iniziativa mira a rivedere e semplificare gli obblighi normativi relativi alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), alla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) e alla Tassonomia UE.
Un impegno concreto per la semplificazione
"Abbiamo promesso semplificazioni e le stiamo realizzando! Con questa prima proposta, alleggeriamo le regole sulla rendicontazione finanziaria sostenibile, sulla due diligence e sulla tassonomia. Il nostro obiettivo è facilitare la vita delle aziende europee senza deviare dal percorso verso la decarbonizzazione. E non ci fermeremo qui: altre semplificazioni arriveranno presto", ha dichiarato la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Cos’è il Pacchetto Omnibus?
Negli ultimi anni, l’UE ha adottato numerose normative per incentivare la sostenibilità aziendale, ma la loro complessità ha creato difficoltà, soprattutto per le PMI. Il Pacchetto Omnibus nasce con l’intento di ridurre il peso burocratico, senza compromettere gli obiettivi fissati dal Green Deal europeo.
Previsto dal Commission Work Programme 2025, il pacchetto sarà attuato in tre fasi. La prima, che dovrebbe entrare in vigore entro giugno 2025, si concentra su rendicontazione, due diligence e tassonomia. Il secondo pacchetto riguarderà gli investimenti sostenibili e potrebbe includere modifiche al regolamento SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation). Il terzo sarà dedicato alla riduzione degli obblighi documentali per PMI e aziende di medie dimensioni.
Secondo la Commissione, le nuove misure potrebbero tagliare del 25% gli oneri amministrativi complessivi e del 35% quelli per le PMI, con un risparmio stimato di 6,3 miliardi di euro all’anno. Inoltre, si prevede che la riforma possa agevolare investimenti pubblici e privati per circa 50 miliardi di euro.
Cosa cambia con il primo Pacchetto Omnibus?
Ecco le principali modifiche introdotte per la rendicontazione ESG.
CSRD: riduzione dell’ambito di applicazione
Il numero di imprese soggette alla rendicontazione di sostenibilità diminuirà dell’80%. Ne saranno esonerate le aziende con meno di 1.000 dipendenti e le PMI quotate in borsa. L’obbligo di reporting rimarrà solo per le grandi imprese con oltre 1.000 dipendenti, un fatturato superiore a 50 milioni di euro o un bilancio superiore a 25 milioni di euro."Value Chain Cap" e standard volontari
Per le aziende escluse dalla CSRD, la Commissione adotterà uno standard di rendicontazione volontaria (VSME) sviluppato dall'EFRAG. Questo limiterà le informazioni richieste alle aziende più piccole nelle catene di fornitura.Eliminazione dell’obbligo di "reasonable assurance"
Non sarà più previsto il passaggio da una verifica di "limited assurance" a una di "reasonable assurance", evitando così futuri aumenti dei costi di certificazione.Posticipo degli obblighi di rendicontazione
Le imprese che rientrano nella wave 2 (grandi aziende non di interesse pubblico con oltre 500 dipendenti) e nella wave 3 (PMI quotate e piccole istituzioni finanziarie) vedranno rinviata di due anni l’entrata in vigore degli obblighi di rendicontazione, evitando così costi inutili nel caso di una successiva esenzione.
Le modifiche dovranno ora essere approvate dal Parlamento e dal Consiglio UE, per poi essere recepite nelle normative nazionali.
La revisione della CSDDD: compromessi e rinvii
Nuova scadenza per l’implementazione
L'obbligo per le imprese di verificare l’impatto ambientale e sociale della loro filiera produttiva verrà posticipato al 2028 per tutti gli Stati membri.Diligenza limitata nella catena del valore
Le aziende non saranno più tenute a condurre verifiche approfondite su tutti i partner indiretti nella loro supply chain, a meno che non emergano informazioni plausibili su potenziali impatti negativi.
Modifiche alla Tassonomia UE
Obbligo di reporting volontario per alcune aziende
Le imprese con più di 1.000 dipendenti e un fatturato fino a 450 milioni di euro potranno scegliere se segnalare o meno l’allineamento alla Tassonomia UE.Meno parametri da monitorare
Il numero di indicatori per dimostrare la conformità agli standard di sostenibilità sarà ridotto del 70%.Esclusione delle attività economicamente marginali
Le aziende non dovranno più valutare la conformità alla tassonomia per attività che rappresentano meno del 10% del fatturato totale, delle spese in conto capitale o del totale attivo.Nuovo concetto di “finanza di transizione”
Le imprese che stanno implementando strategie di sostenibilità ma non soddisfano ancora tutti i criteri potranno segnalare il loro "allineamento parziale", dimostrando i progressi verso una piena conformità.
CBAM: semplificazioni per le piccole importazioni
Il Pacchetto Omnibus prevede inoltre l’esenzione dagli obblighi CBAM per importazioni occasionali inferiori a 50 tonnellate annue, pari a circa 80 tonnellate di CO2 equivalente. Questa misura dovrebbe esonerare circa il 90% delle aziende attualmente soggette al meccanismo, principalmente PMI e piccoli trader.