08 Mar - 2020

In occasione della Festa della Donna vorremmo soffermarci sulla valutazione specifica dei rischi riguardanti le lavoratrici madri.

Come abbiamo sostenuto più volte, la gravidanza non è una malattia, ma piuttosto un aspetto della vita quotidiana. Tuttavia, molte attività lavorative possono costituire per la lavoratrice in gravidanza/puerperio/allattamento una condizione di rischio per la sua salute o per quella del bambino.

Il D. Lgs 81/2008, art.28, in materia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, prende in considerazione anche i rischi relativi alle differenze di genere, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psico-sociale.
Tale impostazione recepisce l’attuale orientamento europeo e comunitario volto a perseguire il miglioramento delle condizioni di lavoro e l’abbattimento degli stereotipi di genere anche attraverso la considerazione specifica delle pari opportunità fra uomo e donna e il benessere organizzativo nell’ambiente di lavoro.

In termini semplici?

Negli ultimi anni il tasso di occupazione delle donne è salito fino al 49,2% (dati Istat 2018).
Le donne lavoratrici e in stato interessante subiscono spesso una forte pressione psicologica che si ripercuote negativamente sul benessere e la salute.
E’ di estrema importanza quindi promuovere iniziative di educazione alla salute della donna e soprattutto della lavoratrice madre, con particolare riferimento ai fattori di rischio professionali che potrebbero influire negativamente sulle condizioni fisiche delle lavoratrici e/o dei loro bambini.

Alcuni fattori di rischio che devono essere presi in esame durante una corretta valutazione dei rischi, sono quelli legati all’esposizione di:

no
  • agenti chimici (piombo, nichel, mercurio, solventi, pesticidi)
  • fisici (radiazioni ionizzanti e rumore)
  • biologici (virus come il morbillo e la rosolia ecc, batteri come la salmonella, lo stafilococco ecc, protozoi come il toxoplasma).

Queste sostanze potrebbero causare nella madre effetti devastanti, come aborti spontanei, amenorrea, riduzione della fertilità, gravidanza extrauterina, oligospermia, aspermia; sulla prole, i danni sarebbero altrettanto disastrosi, quali ritardi mentali, deficit del sistema nervoso centrale, malformazioni congenite nel feto, leucemia.

Per prevenire tali problematiche e garantire un ambiente di lavoro sicuro, il Datore di Lavoro e il Medico Competente dovranno cooperare al fine di individuare le lavorazioni vietate per la gravidanza e/o l’allattamento e, per ogni mansione a rischio, attuare le relative misure di prevenzione e protezione come ad esempio:

ok
  • modifica dell’orario di lavoro;
  • attribuzione di una mansione non a rischio alle lavoratrici;
  • richiesta agli Enti competenti un’interdizione anticipata dal lavoro (in caso di necessità)

Documenti e moduli da scaricare


Scarica qui il D. Lgs 645/96 con alcuni esempi di processi o condizioni di lavoro per la tutela della sicurezza e della salute delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento - DL 25 novembre 1996_n645
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Scarica qui il D.Lgs 151/01 con un elenco dei lavori faticosi, pericolosi e insalubri + elenco non esauriente di agenti, processi e condizioni di lavoro per lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento - Decreto_Legislativo_26_marzo_2001_n.151
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Per saperne di più, vi rimandiamo all’approfondimento sulla nostra pagina web dedicata


Documento di valutazione dei rischi per lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento:
DVR lavoratrici gestanti